Franco La Torre presenta Sulle ginocchia e parla del padre Pio La Torre

Due ore intense di racconti e valutazioni storico-politiche, ma anche di ricordi personali e di aneddoti curiosi davanti a un pubblico attentissimo. Due ore in cui Franco La Torre, ospite lo scorso 29 gennaio di Italia Altrove, presentando il suo libro “Sulle ginocchia. Pio La Torre, una storia” ha ripercorso tanti passaggi della storia italiana dal dopoguerra ad oggi, quella storia di cui suo padre Pio è stato più volte protagonista.

L’uomo al quale l’Italia deve la legge che ha introdotto il reato di associazione mafiosa e la confisca dei beni derivanti da attività criminali (il famoso art. 416 bis) di battaglie ne ha condotte tante: ha occupato terre accanto ai contadini siciliani per sollecitare la riforma agraria; ha denunciato la collisione tra mafia e DC siciliana; ha fatto nomi e cognomi di chi ha ostacolato il lavoro della commissione parlamentare antimafia; non ha avuto paura di vedere nell’ondata di stragi mafiose a cavallo tra gli anni ‘70 e i primi anni ‘80 (quella stessa di cui anche lui nell’82 rimarrà vittima) un unico filo terroristico volto ad arrestare lo sviluppo democratico dell’Italia.

E di quelle battaglie suo figlio Franco ha parlato con trasporto e dovizia di particolari. Ha raccontato della delusione per una politica che non ha saputo o voluto raccogliere l’eredità morale del padre, che non sa più farsi interprete delle istanze dei cittadini. Ma anche lanciato un messaggio di speranza: “Perché ho scritto questo libro? Perché volevo raccontare una bella storia, la storia di un uomo che con la forza della volontà ha saputo cambiare il suo destino e quello di tanti altri”. Una storia dunque per dire che si può fare, che basta volerlo, che non bisogna mai rassegnarsi.