L’Italia è veramente un paese senza memoria, in cui tutto scorre per non passare davvero? È la domanda che mi frulla in testa da ieri pomeriggio, dopo l’incontro con Sergio Rizzo, maestro del giornalismo italiano d’inchiesta, scrittore e vicedirettore di Repubblica.
Il dott. Rizzo è stato ospite di Italia Altrove, nella splendida sala del Theatermuseum di Düsseldorf, all’interno del conosciutissimo e amato Hofgarten. È stato un incontro che mi ha emozionato tantissimo: da una parte mi ha riportato indietro di 8 anni, alla mia precedente professione di giornalista e comunicatrice romana, e dall’altra mi ha permesso di apprezzare uno spaccato della storia e dei fatti di attualità italiana, in versione concentrata e ironica, con tanti punti di riflessione su quello che noi oggi siamo.
Il nostro Paese tende purtroppo a dimenticare le vicende passate, commenta Sergio Rizzo, perché la scena politica italiana è battuta sempre dagli stessi personaggi, anche se corrotti o inquisiti non importa! Non c’è ricambio generazionale, né sul fronte economico, né su quello politico! Le parole di Rizzo sono amaramente vere e fanno riflettere… ma la bella notizia è che c’è speranza! La speranza di un cambiamento: una speranza che arriva dalla consapevolezza e dalla riflessione di quello che siamo oggi e di quello che eravamo ieri e soprattutto di quello che vogliamo essere in futuro!
“Eh già, commenta Rizzo, l’Italia deve decidere cosa vuole essere in questo mondo globalizzato…” La Francia si è specializzata nel settore lusso, comprando anche brand italiani, la Germania è fiore all’occhiello nel mondo dell’auto e dell’industria e l’Italia? L’Italia cosa vuole essere?
Questa domanda me la sono posta anche io, leggendo l’ultimo libro di Sergio Rizzo: “La memoria del criceto. Viaggio nelle amnesie italiane” Un libro brillante e ironico, una dettagliata, profonda e analitica inchiesta della storia del nostro paese negli ultimi decenni.
Grazie Italia Altrove per questi meravigliosi incontri che ci danno l’occasione di sentirci sempre vicini all’Italia ed alla sua attualità, pur vivendo lontano dal nostro Paese. L’incontro con Sergio Rizzo per me ha avuto un grandissimo valore emotivo e culturale: mi ha reso ancora di più consapevole che il vivere altrove mi aiuta a vedere gli accadimenti del mio Paese con molta più oggettività e disincanto di prima, riuscendo a intravedere anche degli spunti di cambiamento, cosa a cui prima non ero avvezza.