Visita alla Zeche Zollverein di Essen, 23 agosto 2015

Nel piazzale ampio da cui è iniziata la visita, all’inizio del secolo scorso venivano convocati gli uomini d’affari, che come noi oggi venivano colpiti dalla grandiosità degli spazi e dall’imponenza delle strutture: una modernità avveniristica per quei tempi!

Ed entrando negli ambienti di raccolta e lavorazione del carbone, il genio ingegneristico di questa macchina produttiva ci lascia ancora oggi profondamente impressionati: una vera e propria catena di lavoro che dall’estrazione arrivava al trasporto via treno senza soluzione di continuità. Abbiamo imparato il motto: qui non si buttava via niente! Anzi proprio le polveri di carbone avevano una grossa commerciabilità ad uso delle fonderie.

Mentre tanti minatori italiani erano al lavoro in Belgio, qui prevaleva la manodopera dalla Polonia e Cecoslovacchia. In comune quel senso di fratellanza che nasce in condizioni di lavoro e fatiche estreme, dove la propria vita è nelle mani del collega e nessun errore è permesso. Per i lavoratori l’ingresso era un altro … e non tanto la polvere del carbone dava danni permanenti, quanto la polvere della terra e ancor più dannoso era il rumore in certi ambienti, da cui si usciva dopo due anni completamente sordi.

Proprio questi aspetti umani, ma anche la genialità del sistema ci sono stati resi con genuino entusiasmo dalla guida italiana, supportata nelle descrizioni da ottime installazioni audio e video, che aiutano a restituire vitalità ad ambienti che oggi rimangono solo come museo o sale espositive e per spettacoli. Le parti sotterranee infatti non sono accessibili al pubblico e l’estrazione del carbone è cessata qui già dagli anni ottanta.

La vista a 360 gradi che si gode salendo su uno dei pozzi basterebbe a far valere la gita: per scoprire che le colline sono in buona parte formate dai detriti di risulta, mentre il terreno qui ha subito un abbassamento di decine di metri.

Esistono anche percorsi guidati in tedesco per bambini dai 10 anni: assolutamente da consigliare. Altro che videogioco!